Dopo tanti treni, diamo spazio agli avvisi ai naviganti (del 1868)
Dopo tanti treni, diamo spazio agli avvisi ai naviganti (del 1868)
[...] Tra gli operai dell'industria pesante circolò un volantino che chiedeva di fraternizzare con gli operai tedeschi in feldgrau* che volevano tornare alle loro case tanto quanto l'operaio belga voleva restare con la sua famiglia. Anche se non ci furono lotte e la fraternizzazione non si concretizzò, il volantino ebbe un profndo impatto sugli operai. Essi compresero chi era il vero nemico e dove si trovava il loro vero alleato. Il primo passo verso la lotta aveva sostituito l'artificiale fronte nazionale con il fronte di classe dei lavoratori belgi e tedeschi contro i capitalisti belgi e tedeschi e i loro satelliti militari."
*uniforme
"Nuovi sindacati con coscienza di classe furono formati per sostituire i vecchi sindacati distrutti. Per la prima volta, il partito comunista rivoluzionario, ancora debole, guadagnò un punto di appoggio tra gli operai dell'industria pesante.
Quando alla fine di febbraio scoppiò lo sciopero difensivo contro le deportazioni - nella sola provincia di Liegi scioperarono 30.000 operai - si osservò subito il seguente interessante spettacolo: i dirigenti capitalisti aiutarono le autorità tedesche a spezzare lo sciopero. In questo modo gli operai videro che tutti i discorsi a proposito di un fronte nazionale erano solo un bluff non appena i profitti dei proprietari erano minacciati e gli ottimi affari dovevano essere interrotti anche solo per pochi giorni.
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"Nuovi sindacati con coscienza di classe furono formati per sostituire i vecchi sindacati distrutti. Per la prima volta, il partito comunista rivoluzionario, ancora debole, guadagnò un punto di appoggio tra gli operai dell'industria pesante.
Quando alla fine di febbraio scoppiò lo sciopero difensivo contro le deportazioni - nella sola provincia di Liegi scioperarono 30.000 operai - si osservò subito il seguente interessante spettacolo: i dirigenti capitalisti aiutarono le autorità tedesche a spezzare lo sciopero. In questo modo gli operai videro che tutti i discorsi a proposito di un fronte nazionale erano solo un bluff non appena i profitti dei proprietari erano minacciati e gli ottimi affari dovevano essere interrotti anche solo per pochi giorni.
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[...] Tra gli operai dell'industria pesante circolò un volantino che chiedeva di fraternizzare con gli operai tedeschi in feldgrau* che volevano tornare alle loro case tanto quanto l'operaio belga voleva restare con la sua famiglia. Anche se non ci furono lotte e la fraternizzazione non si concretizzò, il volantino ebbe un profndo impatto sugli operai. Essi compresero chi era il vero nemico e dove si trovava il loro vero alleato. Il primo passo verso la lotta aveva sostituito l'artificiale fronte nazionale con il fronte di classe dei lavoratori belgi e tedeschi contro i capitalisti belgi e tedeschi e i loro satelliti militari."
*uniforme
"Nuovi sindacati con coscienza di classe furono formati per sostituire i vecchi sindacati distrutti. Per la prima volta, il partito comunista rivoluzionario, ancora debole, guadagnò un punto di appoggio tra gli operai dell'industria pesante.
Quando alla fine di febbraio scoppiò lo sciopero difensivo contro le deportazioni - nella sola provincia di Liegi scioperarono 30.000 operai - si osservò subito il seguente interessante spettacolo: i dirigenti capitalisti aiutarono le autorità tedesche a spezzare lo sciopero. In questo modo gli operai videro che tutti i discorsi a proposito di un fronte nazionale erano solo un bluff non appena i profitti dei proprietari erano minacciati e gli ottimi affari dovevano essere interrotti anche solo per pochi giorni.
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"Nonostante la povertà della classe operaia, o più correttamente a causa di essa, gli industriali belgi e tedeschi che producevano armi facevano ottimi affari. I prezzi aumentarono, ma i salari rimasero fissi. Così i proletari belgi fecero la loro prima conoscenza del nazionalsocialismo.
Durante l'inverno del 1942, le autorità tedesche iniziarono le deportazioni di massa dei lavoratori in Germania. Uno sciopero di protesta scoppiò in una grande fabbrica di circa 10.000 operai a Liegi. Dopo tre giorni di sciopero, le autorità rimandarono la deportazione degli operai della grande industria al febbraio 1943. Ora, specialmente nella provincia di Liegi, ci fu una febbrile rigenerazione delle organizzazioni dei lavoratori per resistere alle deportazioni.
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La classe operaia belga in guerra.
(pubblicato su Arbeiter und Soldat, n.1, luglio 1943)
"Gli operai belgi, la maggior parte dei quali percepiva che la guerra veniva condotta solo nell'interesse dei grandi capitalisti, entrarono in combattimento con estrema riluttanza. Questa fu una delle ragioni principali della rapida sconfita, che evitò molte vittime tra la popolazione belga. Tuttavia, il movimento operaio subì un duro colpo dopo la vittoria tedesca. [...] La ragione principale fu il deterioramento del livello di vita causato dalla perdita delle importazioni e dall'esportazione di cibo e carbone verso la Germania. Uno dei primi decreti tedeschi fissò i salari, scaricando la miseria sulla classe operaia.
[...]
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Il giorno prima della cerimonia di apertura, però scoppia la guerra civile spagnola e le Olimpiadi antifasciste vengono annullate.
In Spagna, si unisce inizialmente ai marxisti anti-stalinisti del POUM (il cui leader, Andrès Nin, fu poi arrestato, torturato e assassinato dagli stalinisti in seguito alla repressione di quel partito e del movimento anarchico durante il governo Negrín) ma, colpita dalla forza del movimento anarchico spagnolo, approda all'anarchismo: si arruola come miliziana nella Colonna Durruti, andando a combattere sul fronte aragonese (si stima che appena il 2% dei combattenti in prima linea nelle milizie fossero donne).
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Nella prima parte di questa rassegna (che potete trovare qui: https://puntarella.party/@muffa/114884652453027395 ) sulle minoranze internazionaliste che si opposero alla guerra durante la seconda guerra mondiale, accennavo al fatto che gli uomini e le donne protagoniste di questa pagina di storia fossero ancora oggi poco conosciuti e che avevo intenzione di soffermarmi su una figura in particolare: Clara Thalmann-Ensner.
Di origini tedesche (il padre era uno scalpellino internazionalista rifugiatosi in Svizzera per non partecipare alla guerra franco-tedesca del 1870), Clara Thalmann nasce in Svizzera nel 1908 in una famiglia operaia molto numerosa. Sin da giovanissima, inizia a lavorare prima come cameriera e poi come orologiaia in diverse città della Svizzera, entrando in contatto con gli ambienti anarchici e socialisti.
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https://blog.diskserver.nohost.me/esposizione-nazionale-di-palermo-1891-1892
#palermo #panormus #sicilia #sicily #italy #europe #world #picoftheday #picture #image #immagine #photo #photography #fotografia #storia #story #cultura #culture #arte #art #aspassoneltempo #aspassonellastoria #memorie
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All'inizio del 1937, delusa dalle lotte intestine che osservava tra le file degli anarchici spagnoli, tenta di unirsi alle Brigate Internazionali ma viene respinta dal comando della brigata in quanto donna.
Tornata alla Colonna, scopre che, in sua assenza, anche qui le donne erano state epurate dai loro ranghi. Rimane, tuttavia, a combattere in prima linea, anche se ad altre donne volontarie viene negata la stessa opportunità dal voto dei miliziani maschi.
Nell'aprile 1937, torna a gravitare verso il POUM, unendosi al "Battaglione d'assalto" del partito. Durante le giornate di maggio, partecipa ai combattimenti di Barcellona che vedono opporsi sulle barricate il POUM e gli anarchici agli stalinisti del PCE.
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In seguito alla repressione del governo Negrin, lei e suo marito Pavel sono costretti a nascondersi ma vengono scoperti e arrestati dagli stalinisti. Vengono rilasciati solo dopo diversi mesi, in seguito alla mobilitazione dell'Internazionale Laburista e Socialista.
Si stabilisce, quindi, a Parigi, sempre insieme al marito, dove, allo scoppio della seconda guerra mondiale, è tra i fondatori del GRP (Groupe révolutionnaire prolétarien), su posizioni disfattiste rivoluzionarie e di intransigente opposizione alla guerra.
Dopo la fine della guerra, si ritira gradualmente dall'attivismo politico, trasferendosi nel sud della Francia, dove crea una comunità, La Serena, che diventa negli anni un rifugio e un punto di ritrovo per i libertari di vari paesi.
Il giorno prima della cerimonia di apertura, però scoppia la guerra civile spagnola e le Olimpiadi antifasciste vengono annullate.
In Spagna, si unisce inizialmente ai marxisti anti-stalinisti del POUM (il cui leader, Andrès Nin, fu poi arrestato, torturato e assassinato dagli stalinisti in seguito alla repressione di quel partito e del movimento anarchico durante il governo Negrín) ma, colpita dalla forza del movimento anarchico spagnolo, approda all'anarchismo: si arruola come miliziana nella Colonna Durruti, andando a combattere sul fronte aragonese (si stima che appena il 2% dei combattenti in prima linea nelle milizie fossero donne).
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All'inizio del 1937, delusa dalle lotte intestine che osservava tra le file degli anarchici spagnoli, tenta di unirsi alle Brigate Internazionali ma viene respinta dal comando della brigata in quanto donna.
Tornata alla Colonna, scopre che, in sua assenza, anche qui le donne erano state epurate dai loro ranghi. Rimane, tuttavia, a combattere in prima linea, anche se ad altre donne volontarie viene negata la stessa opportunità dal voto dei miliziani maschi.
Nell'aprile 1937, torna a gravitare verso il POUM, unendosi al "Battaglione d'assalto" del partito. Durante le giornate di maggio, partecipa ai combattimenti di Barcellona che vedono opporsi sulle barricate il POUM e gli anarchici agli stalinisti del PCE.
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Nel 1925, si trasferisce a Parigi, dove lavora come operaia metallurgica alle officine Renault e aderisce alla gioventù del Partito Comunista francese.
Nel 1928, torna a Basilea, sua città natale, dove conosce il suo futuro marito Paul Thalmann, un operaio comunista che aveva passato gli ultimi 4 anni in URSS all'Università operaia ed era diventato anti-stalinista. Nel 1929, entrambi vengono espulsi dal Partito Comunista svizzero per la loro opposizione allo stalinismo, iniziando a militare in diversi gruppi trotskisti e antistalinisti.
Nel 1936 parte per la Spagna per partecipare come nuotatrice alle Spartachiadi, le Olimpiadi del popolo nate in opposizione alle Olimpiadi ufficiali che quell'anno si tenevano nella Germania nazista.
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Il giorno prima della cerimonia di apertura, però scoppia la guerra civile spagnola e le Olimpiadi antifasciste vengono annullate.
In Spagna, si unisce inizialmente ai marxisti anti-stalinisti del POUM (il cui leader, Andrès Nin, fu poi arrestato, torturato e assassinato dagli stalinisti in seguito alla repressione di quel partito e del movimento anarchico durante il governo Negrín) ma, colpita dalla forza del movimento anarchico spagnolo, approda all'anarchismo: si arruola come miliziana nella Colonna Durruti, andando a combattere sul fronte aragonese (si stima che appena il 2% dei combattenti in prima linea nelle milizie fossero donne).
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Nel 1925, si trasferisce a Parigi, dove lavora come operaia metallurgica alle officine Renault e aderisce alla gioventù del Partito Comunista francese.
Nel 1928, torna a Basilea, sua città natale, dove conosce il suo futuro marito Paul Thalmann, un operaio comunista che aveva passato gli ultimi 4 anni in URSS all'Università operaia ed era diventato anti-stalinista. Nel 1929, entrambi vengono espulsi dal Partito Comunista svizzero per la loro opposizione allo stalinismo, iniziando a militare in diversi gruppi trotskisti e antistalinisti.
Nel 1936 parte per la Spagna per partecipare come nuotatrice alle Spartachiadi, le Olimpiadi del popolo nate in opposizione alle Olimpiadi ufficiali che quell'anno si tenevano nella Germania nazista.
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Nella prima parte di questa rassegna (che potete trovare qui: https://puntarella.party/@muffa/114884652453027395 ) sulle minoranze internazionaliste che si opposero alla guerra durante la seconda guerra mondiale, accennavo al fatto che gli uomini e le donne protagoniste di questa pagina di storia fossero ancora oggi poco conosciuti e che avevo intenzione di soffermarmi su una figura in particolare: Clara Thalmann-Ensner.
Di origini tedesche (il padre era uno scalpellino internazionalista rifugiatosi in Svizzera per non partecipare alla guerra franco-tedesca del 1870), Clara Thalmann nasce in Svizzera nel 1908 in una famiglia operaia molto numerosa. Sin da giovanissima, inizia a lavorare prima come cameriera e poi come orologiaia in diverse città della Svizzera, entrando in contatto con gli ambienti anarchici e socialisti.
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Uscito da un cassetto, direttamente dal secolo scorso, ecco l'orologio del Manifesto disegnato da Altan. Sul quadrante Cipputi, eroe dei mie anni giovanili.
#Cipputi #ilmanifesto#Altan #sinistra#ClasseOperaia #storia #memoria #orologi #satira
Uscito da un cassetto, direttamente dal secolo scorso, ecco l'orologio del Manifesto disegnato da Altan. Sul quadrante Cipputi, eroe dei mie anni giovanili.
#Cipputi #ilmanifesto#Altan #sinistra#ClasseOperaia #storia #memoria #orologi #satira
L'editoriale di Internazionale di questa settimana è dedicato al ricordo di Goffredo Fofi, l'articolo del direttore Giovanni De Mauro si conclude così:
"Però se si dovesse
provare a riassumere cos' ha fatto per tutta
la vita Goffredo Fofi, queste sue poche
parole, dette in un'intervista a Felice
Pesoli nel documentario Suole di vento,
sono perfette, e sono anche un invito da
tenere sempre a mente: "Che fare?
Resistere, che è già una gran fatica.
Studiare, guai a non studiare. Fare rete,
ma non quella porcata che è il web (web
vuol dire anche ragnatela: c'è il grande
ragno del capitale, i moscerini finiscono
nella rete e lui se li mangia tutti). E
un'ultima cosa: rompere i coglioni".
Il bellissimo documentario Suole di vento. Storie di Goffredo Fofi si può vedere su RaiPlay:
https://www.raiplay.it/video/2024/02/Suole-di-vento-Storie-di-Goffredo-Fofi-5939f9c8-dbb4-450b-a9e9-af248cb440e4.html
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