La Fao festeggia mentre la Striscia muore di fame
Da Il Manifesto.
In una Roma pressoché blindata dal piano sicurezza previsto dal tavolo tecnico presieduto dalla Questura, nella giornata odierna si festeggia il World Food Day.
L’evento viene realizzato ancora una volta al Circo Massimo, occupato in ogni sua parte con allestimenti destinati a spettacolarizzare quella che è considerata come la principale giornata del Wff e la partecipazione di capi di stato e rappresentanti istituzionali, a cominciare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da Papa Leone XIV.
Dall’interno dell’organizzazione non mancano le voci che denunciano come quanto accaduto sin dal principio nella Striscia sia stato relegato in un cono d’ombra, facendo crescere la frustrazione tra i lavoratori. Un dipendente che preferisce restare anonimo per timore di ritorsioni racconta che a fine 2024 diverse persone che indossavano la kefiah sono state avvicinate dagli agenti di sicurezza. Un membro del personale ha dichiarato che una guardia ha cercato di strappargli la sciarpa, urlando che non poteva essere indossata all’interno della Fao.
Nel maggio scorso, inoltre, oltre mille dipendenti avrebbero firmato una petizione indirizzata a Direttore Generale e vertici aziendali, chiedendo la riapertura e il ripristino dei corridoi alimentari in linea con il diritto internazionale, oltre che il respingimento del sistema israeliano di controllo degli aiuti che secondo varie agenzie violava i principi umanitari. Ma «la petizione è stata ignorata», raccontano.
Contro questo silenzio si mobilita il Global Movement to Gaza, che all’8,30 di questa mattina ha indetto un presidio in piazza Ugo La Malfa, nei pressi del Circo Massimo, per affermare ancora una volta vicinanza alla popolazione palestinese affamata. «La Fao festeggia mentre Gaza continua a morire di Fame» si legge nella convocazione.
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