#19luglio1992 #pernondimenticare
Quel caldo pomeriggio del 19 luglio del 1992 mi trovavo a San Martino delle Scale, in un villino di un ex collega, il monte sovrasta la città, con un panorama mozzafiato a perdita d'occhio.
Alle 16.58 in punto, abbiamo sentito un boato terribile e, benchè fossimo lontani dal centro cittadino, la deflagrazione sembrò così vicina da scuotere la quiete e il silenzio che c'era attorno a noi.
Una colonna di fumo, a noi bene visibile, si sollevò fra i palazzi che vedevamo in lontananza. In pochi minuti, da lontano abbiamo sentito le sirene delle ambulanze, dei vigili del fuoco, delle forze di polizia. Abbiamo acceso la TV e già i TG nazionali e locali cominciavano a divulgare le notizie.
Una Fiat 126 rubata contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo al plastico, attraverso un telecomando a distanza, venne fatta esplodere in via Mariano D'Amelio al civico 21, sotto il palazzo dove all'epoca abitavano Maria Pia Lepanto e Rita Borsellino (rispettivamente madre e sorella del magistrato), presso le quali il giudice Paolo Borsellino quella domenica si era recato in visita.
Quel giorno, per mano mafiosa, persero la vita il Giudice Paolo Borsellino e i ragazzi della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina.
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