⟦ Il riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese premia Israele, che dovrebbe ringraziare ogni singolo Paese che lo farà, poiché tale riconoscimento costituisce un'alternativa fuorviante a quello che dovrebbe essere fatto realmente: imporre sanzioni.

Il riconoscimento è un sostituto errato dei boicottaggi e delle misure punitive che dovrebbero essere adottate contro un Paese che perpetua il #genocidio.

Il riconoscimento è una vuota dichiarazione di facciata che i governi europei esitanti e deboli stanno usando per dimostrare al loro pubblico indignato che non stanno rimanendo in silenzio.

Riconoscere uno Stato palestinese, che non esiste e non esisterà nel prossimo futuro, o forse mai, è un vergognoso atto di silenzio. ⬇️2

La popolazione di #Gaza sta morendo di fame e la reazione dell'Europa è quella di riconoscere uno Stato palestinese.

Questo salverà gli abitanti di Gaza che muoiono di fame?
#Israele può tranquillamente ignorare tutte queste dichiarazioni grazie al sostegno degli Stati Uniti.

In Israele si parla di uno "tsunami" diplomatico, nella consapevolezza che non raggiungerà le coste israeliane, finché il riconoscimento non sarà accompagnato dall'imposizione di un prezzo per il genocidio. ⬇️3

A superare se stesso è stato il primo ministro britannico #KeirStarmer, uno dei primi a riconoscere la Palestina nell'attuale ondata, dopo la Francia.
Si è affrettato a definire la sua mossa come una punizione (condizionata), adempiendo così al suo dovere.

Se Israele si comporterà bene, ha promesso, il suo dito puntato verrà ritirato.
Che tipo di punizione è questa, signor Primo Ministro?
Se riconoscere la Palestina favorirà una soluzione, secondo lei, perché presentarla come una punizione?
E se si tratta di una misura punitiva, dove sta?

È quello che accade quando il timore di #DonaldTrump cala sull'Europa e la paralizza, quando è chiaro che chiunque imponga sanzioni a Israele ne pagherà le conseguenze.
Il mondo preferisce per ora un baccanale verbale. ⬇️4

Le sanzioni vanno bene quando si tratta delle invasioni russe, non di quelle israeliane.

La mossa di #Starmer ha spinto molti altri a seguire il suo esempio, il che viene presentato in Israele come una valanga diplomatica, uno tsunami.

Questo non fermerà il genocidio, che non potrà essere fermato senza misure concrete da parte della comunità internazionale.

Queste sono urgenti in modo insopportabile, poiché le uccisioni e la fame intensa a Gaza continuano.

Il riconoscimento non porterà alla creazione di uno Stato.
Come ha affermato una volta la leader dei coloni Daniella Weiss, dopo una precedente ondata di riconoscimenti: «Apro la finestra e non vedo nessun Stato palestinese».
E non lo vedrà nemmeno nel prossimo futuro. ⬇️5

Nell'immediato, Israele trae vantaggio da questa ondata di riconoscimenti, perché sostituisce la punizione che meriterebbe.
A lungo termine, il riconoscimento di uno Stato immaginario potrebbe comportare alcuni vantaggi, poiché solleva la necessità di trovare una soluzione.

Ma ci vuole una dose folle di ottimismo e ingenuità per credere che il riconoscimento sia ancora rilevante. Non c'è mai stato un momento peggiore; il riconoscimento ora è come fischiettare nel buio.

I palestinesi sono senza leader e i leader israeliani hanno fatto tutto il possibile per ostacolare la creazione di uno Stato palestinese, riuscendoci. ⬇️6